Gruppo di coppie interconfessionali

Pinerolo

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Ti prometto

di ricercare con te

l’unità nella fede

 



 

 

Indicazioni per cattolici ed evangelici

che vivono i problemi

del matrimonio

misto interconfessionale

 



 

 

Il modo di vivere di oggi facilita più che in passato gli incontri fra persone provenienti da ambienti differenti. Una delle conseguenze di questo cambiamento è stato il grande aumento, avvenuto negli ultimi decenni, dei matrimoni fra persone appartenenti a chiese diverse.

Questo fatto ha costretto le chiese ad affrontare il fenomeno per cercare di risolvere i vari problemi ad esso connessi.

Molti progressi sono stati fatti rispetto al passato, ma molta strada resta ancora da fare.

Sposare una persona appartenente a una confessione cristiana diversa non significa "tradire": è chiaro che ognuno resta fedele alla propria chiesa; nello stesso tempo, però, il matrimonio interconfessionale offre l’occasione di arricchirsi di una nuova esperienza e di conoscere e apprezzare altre persone e altri modi di vivere la comune fede in Cristo. Ci si avvicina insomma a persone di un’altra chiesa, la cui vita di fede ci era rimasta finora sconosciuta o indifferente.

Il senso del matrimonio

La Bibbia ci annuncia che Dio ama l’umanità, e lo dimostra con il dono del suo Figlio Gesù Cristo. Questo impegno di Dio in favore dell’umanità non avrà mai fine; è l’alleanza con cui Dio si lega a noi per sempre.

Per i cristiani, il matrimonio è un riflesso dell’alleanza che Dio stabilisce per mezzo di Gesù. Protestanti e cattolici si trovano concordi nel riconoscere che il matrimonio è una unione davanti a Dio, totale, per la vita, e che la profondità dell’amore implica la fedeltà reciproca per i coniugi.

La Chiesa cattolica intende il matrimonio tra cristiani come sacramento, cioè segno della grazia. Per essa un matrimonio di norma è valido se celebrato nella forma religiosa. Essa non ammette il divorzio, ma solo in alcuni casi la dichiarazione di nullità del matrimonio da parte del tribunale ecclesiastico.

Le Chiese evangeliche, pur non riconoscendo al matrimonio il significato di sacramento, ne affermano tuttavia il valore come dono della grazia, da cui deriva per gli sposi la vocazione a vivere nell’amore e nel servizio reciproco. Inoltre esse riconoscono la possibilità del divorzio nel caso che un matrimonio sia irrimediabilmente compromesso.

La preparazione

Avete deciso di sposarvi? Nel pensare al matrimonio avete anche preso in considerazione il fatto di appartenere a due chiese diverse.

Ma in questo non siete soli: esistono molte altre coppie nella vostra situazione; non soltanto, ma nelle vostre due chiese potete trovare delle persone competenti, disposte ad aiutarvi.

Che cosa potete fare? Normalmente chi vuole sposarsi si rivolge al prete (se cattolico) o al pastore (se evangelico). La cosa più opportuna è che voi prendiate contatto sia con l’uno, sia con l’altro; essi vi daranno le indicazioni e le istruzioni necessarie perché la preparazione del vostro matrimonio si svolga nella chiarezza. E’ consigliabile che vi rivolgiate a loro per tempo (almeno sei mesi prima della data fissata); potrete allora esaminare insieme con calma tutti gli aspetti del vostro matrimonio. In molti casi si è già riusciti a svolgere la preparazione in incontri a quattro: fidanzata, fidanzato, pastore, prete.

La liturgia

Per la celebrazione del matrimonio potete scegliere tra queste possibilità:

  1. matrimonio in chiesa cattolica;

  1. matrimonio in chiesa evangelica;

  1. matrimonio civile (in municipio). In quest’ultimo caso si può far seguire una liturgia di benedizione.

L’importante è che, nei tre casi, la celebrazione sia preparata insieme e che sia i cattolici sia gli evangelici possano condividerla.

La parte cattolica prepara per tempo i documenti e invia al vescovo una lettera per chiedere l’autorizzazione a celebrare il matrimonio interconfessionale ed eventualmente la dispensa dalla forma canonica, impegnandosi, per quanto è possibile, a provvedere perché la prole sia battezzata ed educata nella sua stessa fede; con l’autorizzazione e la dispensa il matrimonio celebrato nel tempio evangelico o in municipio è riconosciuto anche dalla Chiesa cattolica.

La parte evangelica viene informata degli impegni assunti dal proprio coniuge, ma non è tenuta ad aderirvi o a sottoscriverli. La parte evangelica, tuttavia, pur non essendo tenuta a firmare alcuna dichiarazione, è ugualmente impegnata a rimanere fedele ai principi dell’Evangelo così come la sua chiesa li vive e li insegna. Anche la parte cattolica deve essere informata di tale impegno.

Vivere il matrimonio

Se chiedete la benedizione di Dio sulla vostra unione, è per costruire bene questo rapporto, perché avete bisogno che il Signore vi guidi nella via in cui camminerete insieme.

E’ dunque naturale desiderare di vivere insieme anche e soprattutto il rapporto con Dio.

Ma come è possibile, se le chiese sono divise? Ovviamente le divisioni non possono essere superate di colpo, ma vi sono già momenti comuni importanti. Potete pregare insieme e leggere la Bibbia insieme. Potete partecipare alla vita della vostra chiesa e cercare di conoscere meglio ognuno la chiesa dell’altro.

E l’educazione dei figli? Il battesimo? Se avrete dei figli, la loro educazione sarà vostro compito comune. Anche se avete deciso di far loro seguire l’istruzione religiosa in una determinata chiesa, ognuno di voi ha il diritto, e anche il dovere, di testimoniare la sua fede ai figli; si tratterà quindi di presentare i punti comuni, che non sono pochi, e di spiegare in modo obiettivo e sereno le differenze. Lo scopo dell’educazione è di portare a una fede matura, in modo che chi riceve l’educazione giunga a scoprire personalmente in quale chiesa gli è dato di servire il Signore. In quest’opera delicata e non priva di difficoltà, non dovete aver timore di chiedere l’aiuto delle vostre due chiese, che devono sentirsi stimolate a cercare delle soluzioni non generiche, ma adatte a ogni singolo caso. Il battesimo, sia che avvenga in età infantile, sia che avvenga in età adulta, non deve essere motivo di contesa; esso infatti è reciprocamente riconosciuto dalle vostre chiese, ed esprime quell’unità in Cristo che vi spinge a vivere il vostro matrimonio con questo scopo appassionante: ricercare insieme l’unità nella fede.

 

 

 

Testi di riferimento

  1. "Documento del Sinodo valdese" del 1971.

  1. "Matrimoni interconfessionali: indicazioni pastorali", della Diocesi di Pinerolo, 1993.

  1. "Testo comune di studio e proposta per un indirizzo pastorale dei matrimoni interconfessionali". Approvato dal Sinodo delle Chiese Valdesi e Metodiste e dall’Assemblea dei Vescovi italiani (CEI).

Queste note sono state redatte da un gruppo di coppie interconfessionali del Piemonte e della Lombardia che si ritrovano periodicamente a Pinerolo per discutere dei propri problemi con alcuni sacerdoti, pastori e altri membri delle due chiese. Il loro scopo è quello di informare le nuove coppie interconfessionali e tutte le persone interessate sullo stato dei rapporti fra le due chiese per quanto riguarda i matrimoni fra persone appartenenti a confessioni cristiane diverse e di dare indicazioni sulla strada da seguire.

 

Per maggiori informazioni potete rivolgervi al Gruppo pinerolese delle coppie interconfessionali (Marcella Gay - Via Cittadella 8, Pinerolo, tel. 0121/396963; Emanuela e Piero Griglio - Via Risso 28, Pinerolo, tel. 0121/795091; Lucilla e Alberto Corsani - Via Toja 14, Torre Pellice, tel. 0121/91521; Elena ed Edgardo Tron - Via Trento 9, Perosa Argentina, tel. 0121/81572).